Castelli 4003

Caratteristiche tecniche

Anno di produzione: 1973
Velocità di scorrimento: 4,75 – 9,5 cm/s
Diametro massimo bobine: 13 cm
Tracce: 2 mono
Testine: 2
Transistor: BC 113 – BC 113 – BC 113 – AC 136 – AC 141 – AC 142

Risposta in frequenza

dal libretto di istruzioni originale

Velocità 4,75 cm/s – 1 7/8 IPS: 70 … 8500 Hz
Velocità 9,5 cm/s – 3 3/4 IPS: 60 … 15000 Hz

Registratore molto simile al Castelli S 4000, da cui si differisce per i connettori del microfono e cuffia (o amplificatore esterno). Ha un potenziometro coassiale per controllare volume, tono e accensione apparato.

Funziona con 8 batterie torcia da 1,5 V; oppure con i due cavetti di alimentazione: uno per la rete a 220 V o l’altro da collegare al 12 V dell’auto o batteria esterna.

Si tratta con molta probabilità dell’ultimo modello prodotto dagli stabilimenti di Milano, prima della definitiva cessione al marchio Remco francese. Infatti nel sotto del mobile in plastica, la targhetta riporta la dicitura “Made in France”, anche se tutta la componentistica è italiana. La data interna infatti riporta l’anno 1973, quando anche gli stabilimenti della Geloso erano già chiusi.

La meccanica

In questa serie di registratori, nella funzione “stop”, fortunatamente vengono disarmati i ruotismi di trasmissione; un particolare importante che evita il formarsi di “tacche” nelle componenti gommose. A tal proposito il commutatore della velocità poteva essere messo in una posizione intermedia, così da scollegare meccanicamente la ruota gommata di trasmissione tra motorino e argano di trascinamento del nastro.
Il motorino è costruito dall’Elettronica Trentina, ed ha un’etichetta bianca.
Il telaio è stato alleggerito, utilizzando una lega metallica comunque robusta; i ruotisimi sono pressappoco gli stessi del modello S 4000; qui però compaiono, per la prima volta nella storia della Castelli, due cinghiette che trasmettono il movimento della bobina destra di recupero al contagiri del nastro, le ho sostituite con due volutamente più grandi di diametro, per non affaticare troppo il meccanismo di recupero e la relativa frizione composta dal ruotismo in sughero.

L’elettronica

Si tratta di un circuito stampato di modeste dimensioni e dal risultato molto performante. Vengono impiegati transistor al silicio e al germanio (come per il modello S 3000) e si apprezza meglio il suono avendo a disposizione un altoparlante ellittico più grande. La potenza di uscita audio è di 1,5 W.
Il grande vantaggio di questo modello è il connettore per il microfono, un DIN da 7 pin, compatibile con gli spinotti a 5 pin. Ci sono i contatti per la pausa della registrazione, l’ingresso del microfono e l’uscita di monitoraggio, utilissima per controllare che non ci siano distorsioni; questa uscita può essere usata per collegare il registratore ad un amplificatore esterno.
La connessione per l’altoparlante esterno o cuffia è affidata ad un “punto-linea” con due posizioni, nella prima è possibile far funzionare anche l’altoparlante interno, contemporaneamente con quello esterno; nella seconda invece funziona solo quello esterno.
Complessivamente la qualità è stata migliorata, molto basso il rumore di fondo e registrazione davvero discreta.

Il restauro

Il restauro del mio esemplare è stato complessivamente semplice. Per fortuna non era stato conservato malissimo. Ho dovuto sistemare il motorino, che in questo apparecchio ha una leggera differenza nella parte delle connessioni; presenta una basetta in vetronite che ospita la bobina anti-ronzio e il condensatore di filtro. Fortunatamente anche in questa serie più recente le spazzole si possono smontare, così ho potuto pulirle con alcool alimentare e tenderle di nuovo, per una maggiore resa; infatti è tornato in vita al 100%.