Castelli S 4000

Caratteristiche tecniche

Anno di produzione: 1967 … 1968
Velocità di scorrimento: 4,75 – 9,5 cm/s
Diametro massimo bobine: 13 cm
Tracce: 2 mono
Testine: 2
Transistor: BC 113 – BC 113 – BC 113 – AC 136 – AC 141 – AC 142

Risposta in frequenza

dal libretto di istruzioni originale

Velocità 4,75 cm/s – 1 7/8 IPS: 70 … 8500 Hz
Velocità 9,5 cm/s – 3 3/4 IPS: 60 … 15000 Hz

Registratore molto simile al Geloso G 651, da cui si differisce per i connettori microfono e cuffia (o amplificatore esterno) e da varie componenti estetiche.
Il costo di vendita nel 1967 era di L. 49.500, stesso prezzo del Geloso G 651.
Il design è semplice ed essenziale, così come la costruzione meccanica. La parte estremamente delicata e fragile è rappresentata dal coperchio trasparente, veniva realizzato con una plastica morbida molto sottile, si poteva deformare con il caldo, di conseguenza non è facile trovarlo in ottime condizioni.
Nel mio caso infatti è rotto un gancino, anche se non si vede.

Funziona con 8 batterie torcia da 1,5 V; oppure con i due cavetti di alimentazione: uno per la rete a 220 V o l’altro da collegare al 12 V dell’auto o batteria esterna.

La meccanica

In questa serie di registratori, nella funzione “stop”, fortunatamente vengono disarmati i ruotismi di trasmissione; un particolare importante che evita il formarsi di “tacche” nelle componenti gommose. A tal proposito il commutatore della velocità poteva essere messo in una posizione intermedia, così da scollegare meccanicamente la ruota gommata di trasmissione tra motorino e argano di trascinamento del nastro; nel G 651 della Geloso è indicata la dicitura “riposo”.
Il motorino è costruito dall’Elettronica Trentina, ed ha un’etichetta rossa metallizzata.

L’elettronica

Si tratta di un circuito stampato di modeste dimensioni e dal risultato molto performante. Vengono impiegati transistor al silicio e al germanio (come per il modello S 3000) e si apprezza meglio il suono avendo a disposizione un altoparlante ellittico più grande; anche il mobile in legno contribuisce, consentendo di ottenere una migliore cassa armonica. La potenza di uscita audio è di 1,5 W.

Il restauro

Il restauro del mio esemplare è stato complessivamente semplice. Per fortuna non era stato conservato malissimo.
Nella parte meccanica, la ruota gommata di trasmissione tra motorino e argano di trascinamento del nastro, presentava alcune “tacche” sull’esterno della gomma, segno che non era stata inserita la modalità “riposo” nel cambio velocità, prima di abbandonare il registratore in soffitta. Per fortuna le “tacche” non erano profonde, quindi è stato sufficiente rettificare il ruotismo con due tipi di carta vetrata: quella a grana grossa per togliere le imperfezioni e poi quella fine per la rifinitura.
Ho fatto un po’ di pulizia sul telaio e snodi vari, lubrificando le parti dove necessario; la classica manutenzione, per un risultato soddisfacente. L’apparecchio risulta essere abbastanza silenzioso, mentre è in funzione.

Per quanto riguarda l’elettronica ho ricostruito alcuni condensatori, sia sull’alimentazione che sulla parte audio.

Scarica schemi e informazioni utili

Pubblicità sulla rivista Tecnica Pratica del 1967 – N. 2